martedì 9 dicembre 2014

Frutta ai pasti: SI o NO?



Frutta sì o no ai pasti ? è una domanda continua. 

Oggi vediamo come risponde il Dott. Rossi Pier Luigi!

La risposta spesso è vaga, incerta e così il dubbio resta! La risposta viene dal fegato.
Questo organo è il regista dell’intero metabolismo energetico e biochimico del nostro organismo. Il fegato riceve il 70 % del suo sangue dall’intestino. Ogni volta che mangiamo, il nostro sangue cambia la sua composizione in rapporto al cibo ingerito. La risposta alla domanda: frutta sì o no dopo i asti, parte proprio dal rapporto vitale tra intestino e fegato.

CARBOIDRATI e GRASSO
Mangiare un piatto di pasta o riso o dosi abbondanti di pane, pizza prodotti da forno…vuol dire introdurre una netta dose di carboidrati che vengono digeriti ed assorbiti a livello dei villi dell’intestino tenue. Dopo il pasto si ha un picco di glicemia, un rialzo brusco della glicemia, e dell’ormone insulina nel sangue. L’insulina “prende” il glucosio dal sangue per collocarlo all’interno degli epatociti. E fino a quando l’insulina sta nel sangue, il glucosio viene gettato dentro gli epatociti del fegato. L’accumulo di glucosio all’interno del fegato avviene soprattutto nella donna perché ha una minore massa muscolare dell’uomo. I carboidrati vanno “ ingrassare “ più la donna rispetto all’uomo perché la donna ha meno muscolo dell’uomo. Il motivo sta in questo processo biochimico. 
Il glucosio del sangue sotto il controllo dell’insulina viene immesso nel fegato e in parte anche all’interno dei muscoli. Quando si ha una minore massa muscolare si tende ad ingrassare con facilità e con rapidità se introduciamo troppi carboidrati. Perché il glucosio, derivato dai carboidrati alimentari, non può andare nel muscolo )non c’è!) e quindi la dose predominante del glucosio va all’interno del fegato. Per natura la donna ha meno muscolo dell’uomo. Poi se non fa attività motoria perde ancora con rapidità il poco muscolo che ha e non dimagrisce più nonostante i grandi sforzi o diete miracolose (che non esistono). La perdita di muscolo può interessare anche il maschio. 
Con il passare degli anni la massa magra muscolare si riduce anche nell’uomo. Cosi il glucosio non va nei muscoli, che non ci sono più, e va quasi tutto nel fegato. Una persona continua a mangiare nello stesso modo di sempre ed ingrassa perché ha perso muscolo!
Meno muscolo vuol dire più glucosio dentro il fegato. Ed allora ?

FEGATO GRASSO (steatosi epatica)
L’eccesso di glucosio nel fegato viene trasformato in glicogeno, fino ad un preciso livello, che varia da persona a persona. Si può accumulare circa 30-40-50 grammi di glicogeno, definito anche amido animale. Il glicogeno è una lunga catena di rete di molecole singole di glucosio unite tra loro. Ma il glicogeno pesa molto ed allora la natura consente di accumularne poco.
Superata la soglia di saturazione personale di glicogeno nel fegato, il glucosio viene trasformato in acido palmitico, acido grasso che viene accumulato nel fegato o stoccato nei depositi adiposi del corpo umano. Si ha un processo biochimico, chiamato litogenesi. Cioè il fegato produce grasso. 
Glicogeno e acidi grassi all’interno degli epatociti causano la steatosi epatica, il cosidetto fegato grasso.
Oltre il 40 % delle persone adulte ed ancor più le donne in menopausa, in sovrappeso ed obese, hanno la steatosi epatica. Purtroppo questa patologia epatica è del tutto sottovalutata. Con la steatosi e elevati livelli di glicemia e insulina nel sangue è molto difficile dimagrire perché il corpo è spinto verso l’accumulo di grasso addominale, aumento di trigliceridi, colesterolo nel sangue. Per dimagrire occorre “scaricare” il proprio fegato di glicogeno e di grassi accumulati all’interno delle cellule epatiche. 
Per dare una risposta valida alla domanda: frutta sì o no ho dovuto scrivere questo scenario biochimico ed ormonale che si verifica dopo ogni pasto.

FRUTTA E CARBOIDRATI
Mangiare un pasto ricco di carboidrati (pasta o riso o pane o pizza o prodotti da forno o dolci…) scatena accumulo di glucosio nel sangue, che diventa glicogeno e acidi grassi nel fegato. Se al termine di un pasto ricco in carboidrati una persona mangia anche frutta, ricca di fruttosio, peggiora il suo assetto biochimico. Finisce per avere pila trasformazione della frutta in grasso, perché il fruttosio assorbito dai villi intestinali passa dall’intestino al fegato, entra dentro gli epatociti, dove va incontro alla sua trasformazione: una piccola dose finisce per divectare glicogeno ma la maggior parte diventa acido palmitico, acido grasso saturo molto aterogeno (favorisce aterosclerosi). 
Ci si scandalizza, giustamente, dell’eccesso di olio di palma (contenente acido palmitico) contenuto negli alimenti. Ma dobbiamo conoscere ed essere consapevoli che ad ogni pasto una quota di quanto abbiamo mangiato viene trasformato in acido palmitico nel nostro fegato. Il fruttosio in presenza di steatosi epatica (fegato grasso e grosso) viene trasformato subito in acido palmitico. Quindi la frutta mangiata alla fine dei pasti può essere trasformata in grasso, se nel fegato è già presente un eccesso di glicogeno e grassi!

LA RISPOSTA!
Giunti a questo punto di questo scenario biochimico, che si realizza dopo ogni pasto, la risposta è già data. 
La frutta non si mangia dopo un il pasto. Si mangia negli spuntini del mattino e del pomeriggio. E non è solo un problema di fermentazione con produzione di gas intestinali.
Domani scriverò sul rapporto tra carboidrati ed intestino!
I carboidrati sono le biomolecole più abbondanti sulla Terra, sono oltre 200 molecole diverse. Di queste solo tre vengono assorbite dall’intestino: glucosio, galattosio, fruttosio. Le altre “restano” nell’intestino e diventano “cibo” per miliardi di batteri intestinali, chiamati microbiota, responsabili di meteorismo, stipsi, diarrea, patologie intestinali.


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